(26) Il comune e le associazioni di Rimini insieme contro la marginalità

2016, Nov 17 | Azioni, Notizie, Racconti dai Soci, Video

Anche la Caritas diocesana di Rimini è con #HomelessZero, e in un comunicato stampa diramato nei giorni scorsi, evidenzia come la situazione sul territorio riminese sia allarmante in materia di senza dimora. “Le Caritas presenti in tutta la diocesi – si legge nella nota – in soli 9 mesi, hanno incontrato 4.860 persone di cui 1.426 senza dimora, tra queste 230 hanno residenza sul territorio provinciale, questo vuol dire che 230 persone sono stabilmente per le strade di Rimini e dintorni, ma molto spesso non vengono neppure viste”.

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“Senza le realtà associative come Caritas diocesana, Papa Giovanni XXIII, Mensa dei Frati di Santo Spirito e Casa Madiba – è scritto ancora – le persone in grave stato di marginalità non avrebbero accoglienza in nessun altro luogo. Occasionalmente riescono a intrufolarsi al Pronto Soccorso, per avere un riparo, altri scelgono case o barche abbandonate, i più “fortunati” hanno come casa la propria auto”. Ma vivere così non è facile, aumentano le situazioni di disagio mentale, sempre con più frequenza coloro che vivono in strada arrivano in Caritas confusi, arrabbiati, deliranti ed è molto difficile compiere un percorso insieme in queste situazioni.

A Rimini il network Housing first, viene attivato nel 2012 e finora ha accolto 10 utenti. Proprio in questi giorni, la Giunta del Comune di Rimini ha approvato il suo rinnovo in maniera strutturata per il prossimo triennio 2017-2019 con uno stanziamento di settantamila euro. Un nuovo modello di intervento per il contrasto alla marginalità grave, che inverte i canoni formali dell’assistenza, partendo da dove solitamente si termina, dando cioè abitazione ai senza fissa dimora stanziali sul territorio. Dando loro una casa dove vivere, si offre la possibilità di riappropriarsi dello status di cittadini, sia dal punto di vista strettamente amministrativo (molti di loro sono infatti senza residenza, tessera sanitaria, assistenza), che da quello più generale di sentirsi membri di una comunità.

La casa come punto di partenza, in estrema sintesi, di un percorso individuale verso l’autonomia. Tra la decina di senza fissa dimora transitati nel progetto, c’è chi ha riscattato il proprio stato di salute, chi si è disintossicato, chi ha trovato la forza di riallacciare rapporti famigliari e chi ha potuto per la prima volta ottenere assistenza sociale e interventi sanitari. Il presupposto è che le persone, anche in situazione di disagio forte, abbiano le risposte per sviluppare un progetto di vita sano. Con un giusto aiuto possono ritrovare la fiducia in se stessi e responsabilizzarsi. È stato dimostrato come il passaggio dalla strada alla casa rompe il circolo vizioso creato dall’impotenza: un ambiente sicuro stimola la volontà e il cammino di riscatto.

Diverse le testate giornalistiche che si sono occupate del network “Housing First”, come “Rimini today”, che ha raccontato due storie di riscatto proprio attraverso il progetto di housing sociale e commentate anche dal Vice Sindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini Gloria Lisi: “Quelle di Anna ed Eugenio – commenta Lisi – sono storie che testimoniano come anche sul lavoro di strada, con l’emarginazione grave, vi sia sempre una possibilità di riscatto. Housing first è partito come una scommessa, ora sta dando i primi risultati concreti, che ci spingono a continuare e rendere più strutturato negli anni questo percorso”.

“Dietro a queste storie – ha continuato – c’è un impegno quotidiano di volontari, assistenti sociali, personale amministrativo e sanitario che si prende a cuore le persone e le accompagna gradualmente ad una autonomia possibile. Un percorso fuori dalla ribalta, ma dentro una città che anche grazie a queste storie si sta scoprendo più aperta, accogliente e solidale”.

Caritas in numeri:

La Caritas diocesana in questi 9 mesi ha:

  • Incontrato 1.627 persone e svolto oltre 6mila colloqui,
  • preparato 69.213 pasti, di cui 36.465 distribuiti durante la mensa per i poveri delle 11.30
  • ,accolto 506 persone a dormire, per un totale di 5.283 notti
  • 360 hanno usufruito di 1.857 docce e 402 di 1.145 vestiti
  • 153 hanno fatto ricorso al nostro ambulatorio farmaceutico, che in totale ha donato 399 farmaci.
  • L’Emporiosolidale sta aiutando 254 famiglie, per un totale complessivo di 980 spese.

Il progetto del Fondo per il Lavoro ha ricevuto 600 domande di persone che cercavano lavoro e ne ha collocate 93, grazie ad aziende ed imprese sensibili sul territorio, sta però attualmente esaurendo i fondi per poter effettuare nuove collocazioni.

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