(43) #HomelessZero non è uno slogan: ecco le azioni concrete
#HomelessZero non è uno slogan. La campagna di sensibilizzazione promossa da fio.PSD – Federazione italiana organismi persone senza dimora con il patrocinio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è uno dei tanti modi utilizzati per veicolare una serie di azioni concrete volte a contrastare la grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora.
#HomelessZero racconta di un percorso avviato ben 30 anni fa da fio.PSD ma che oggi si è emancipato attraverso nuovi strumenti conoscitivi, per studiare un fenomeno in continua evoluzione, che necessita di interventi immediati.
Gli ambiti nei quali la fio.PSD è impegnata si possono infatti ricondurre a tre aree: la comprensione del fenomeno della grave emarginazione adulta; lo studio e la promozione di strategie e metodologie di intervento per contrastare la grave emarginazione adulta; la sensibilizzazione e la promozione dei diritti delle persone adulte gravemente emarginate.
In questa ottica nel marzo 2014, la fio.PSD, ha avviato una sperimentazione nel contesto nazionale con la costituzione di una rete denominata network “Housing First Italia” (NHFI). L’espansione del network e l’intervento di advocacy della Fio.PSD ha già consentito di supportare l’approvazione, a dicembre 2015, delle Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con dodici città metropolitane.
A dicembre sono stati presentati i dati della sperimentazione, elaborati dai membri del Comitato scientifico costituitosi ad hoc per analizzare l’andamento dei 35 progetti avviati in 27 comuni di 10 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Calabria e Sicilia).
54 gli aderenti al network, che in Italia sono rappresentati da comuni, organismi ecclesiastici o religiosi, cooperative sociali e altre organizzazioni no profit che erogano direttamente servizi di contrasto alla grave marginalità e che hanno deciso di aderire ad Housing first, prevalentemente per consolidare e promuovere esperienze innovative nei confronti delle persone senza dimora.
Il numero delle persone accolte nelle progettualità delle organizzazioni attive (già abbondantemente comunicato ma è utile farne memoria), si attesta a 376 adulti e se a questi si aggiungono i 180 figli, si raggiunge un totale di 556 accolti (con 77 nuclei familiari), in maggioranza di sesso maschile (69%). Le persone accolte nel 2016, in analogia con quelle presenti sin dal 2015, presentano una forte multi problematicità: rispetto a dieci domini di problematicità della diagnosi sociale d’ingresso (famiglia, casa, lavoro, reddito, istruzione, salute, dipendenze, devianza, autosufficienza e socialità) il dato medio che coinvolge gli accolti è di circa 5 domini problematici.
Reddito, casa e lavoro sono gli aspetti di disagio predominanti e coinvolgono almeno 8 persone su 10; assenza di reddito o reddito insufficiente, assenza di lavoro o precarietà, senza tetto e senza casa risultano le problematicità specifiche più rilevanti. Problematiche di salute, di socialità, di famiglia e di scolarità sono il secondo gruppo di disagio degli accolti e coinvolgono 4/5 persone ogni 10; malattie, esclusione o marginalità, scarse competenze scolastiche e professionali, difficoltà familiari sono le specifiche problematicità di questo gruppo.
#HomelessZero vuole richiamare l’attenzione su tutto questo, invitando il mondo politico, dell’associazionismo, del lavoro, della salute, la società civile e l’opinione pubblica a partecipare attivamente in una logica di welfare generativo alla messa in campo di azioni coordinate in cui le persone senza dimora siano parte integrante e che abbiano come finalità il riconoscimento della dignità umana e l’esigibilità dei diritti inviolabili già riconosciuti dalla Costituzione Italiana. Housing First significa anche questo: portare avanti un metodo ma, soprattutto, un ideale di giustizia sociale e di umanità per combattere l’esclusione sociale e la marginalità estrema.
La grande responsabilità del network è quella di continuare a coinvolgere altri, nel contribuire a promuovere un cambiamento culturale, affinché il piccolo sentiero tracciato dal 2014 possa diventare la grande rotta percorribile per affrontare in modo definitivo ed efficace la problematica e per rendere giustizia alle persone senza dimora che ogni giorno si rivolgono ai servizi di accoglienza, fino ad arrivare al traguardo delle 5000 persone inserite in abitazioni, nell’arco dei prossimi due anni.
Un obiettivo ambizioso ma non impossibile, considerando che durante questi mesi, fio.PSD, è stata presente e vicina ai territori per l’importantissima progettazione relativa all’avviso 4 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sui fondi PON/FEAD destinati alla grave emarginazione adulta e ha elaborato una proposta formativa per il rilancio del Network. La proposta si snoda su tre progressivi profili di adesione o “livelli” formativi che è possibile approfondire sul sito di Housing First Italia.
Cenni storici:
L’approccio Housing First (HF) si sviluppa negli Stati Uniti sin dal 1992 quando Sam Tsemberis avvia a New York “Pathways to Housing”, un programma di contrasto alla homelessness, finalizzato ad offrire un accesso in appartamenti indipendenti a persone senza dimora croniche con problemi di salute mentale e/o di disagio sociale. Quello che caratterizza HF è il ritenere l’abitazione come il punto di partenza e non l’obiettivo finale di un percorso di contrasto alle persone senza dimora. La disponibilità di una casa, il supporto di un team territoriale di operatori, l’integrazione sociale e il ritorno progressivo alla vita di comunità, sono considerati aspetti indispensabili per l’approccio HF.
L’operatività di HF si inserisce nel sistema dei servizi sociali e sanitari esistente rispetto al quale però antepone il diritto alla casa prima di ogni altro passaggio assistenziale o terapeutico. Nelle politiche sociali in Europa e in Italia prevale quello che si definisce approccio a gradini (staircase approach), un sistema di accoglienza e accompagnamento progressivo e vincolante per le persone senza dimora dove il passaggio dalla strada al dormitorio, da questo alle comunità, ai gruppi appartamento, e, infine, a un alloggio autonomo sono tutti passaggi necessari che la persona deve dimostrare di saper raggiungere (sobrietà, astinenza, autonomia finanziaria, ecc). Con il tempo questo approccio ha reso evidenti molti limiti riconducibili sia alla eccessiva standardizzazione dei passaggi a scapito di un progetto personalizzato che consideri i bisogni e la centralità della persona sia alle difficoltà incontrate dagli assistiti di raggiungere risultati ambizioni in assenza di un accompagnamento e sostegno educativo.
L’approccio HF prevede invece il passaggio diretto dalla strada all’appartamento con un accompagnamento assertivo di un team di operatori che sostenga le persone per tutto il tempo necessario a recuperare uno stato di benessere e integrazione sociale e, soprattutto, si basa sull’autodeterminazione della persona e su un obiettivo di riduzione del danno.
Diversi risultati positivi conseguiti dalle sperimentazioni Housing First si sono registrati negli Stati Uniti, in Canada e in diversi Paesi Europei.
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